Il commercio al dettaglio è forse il fattore determinante per rilevare l’andamento dell’economia interna ad una Paese. I consumi interni infatti possono compensare le difficoltà nell’export e alzare il Pil. E questo è precisamente l’intento di questo governo attraverso una manovra anticiclica. E di quanto ci sia bisogno in Italia di manovre in questo senso, in discussione al parlamento e presenti nel DEF per il 2019, lo dimostrano i dati Istat, secondo cui a settembre 2018 si stima che le vendite al dettaglio siano diminuite, rispetto al mese precedente, dello 0,8% in valore e dello 0,7% in volume. La variazione negativa, che riguarda soprattutto i beni non alimentari (-1,1% in valore e -1,0% in volume), non risparmia i beni alimentari (-0,3% in valore e -0,2% in volume). Su base annua, le vendite al dettaglio diminuiscono del 2,5% in valore e del 2,8% in volume. In flessione sia le vendite di beni alimentari (-1,6% in valore e -3,1% in volume) sia quelle di beni non alimentari (-3,1% in valore e -2,6%in volume). Sempre a livello tendenziale, il valore delle vendite al dettaglio registra un calo dell’1,2% per la grande distribuzione e una diminuzione ancora più sostenuta, del 4,3%, per le imprese operanti su piccole superfici. Il commercio elettronico registra una crescita del 2,7%. Giova ripetere che questa tendenza è frutto di tutte le manovre precedenti. Ma se l’Italia piange, l’Europa non ride.
Secondo quanto comunicato dall’Eurostat, a settembre 2018 rispetto al mese precedente, il volume destagionalizzato del commercio al dettaglio è rimasto invariato nell'area dell'euro (EA 19) e diminuito dello 0,1% nell'UE28. Ad agosto, il volume degli scambi era aumentato dello 0,3% sia nell'area dell'euro sia nell'UE28. A settembre 2018 rispetto a settembre 2017, aggiustato per gli effetti del calendario, l'indice delle vendite al dettaglio è aumentato dello 0,8% nell'area dell'euro e dell'1,5% nell'UE28.
Confronto mensile per settore e per Stato membro
Nell'eurozona a settembre 2018, rispetto al mese precedente, il volume del commercio al dettaglio è aumentato dello 0,4% per “prodotti alimentari, bevande e tabacco”, nonché per il “carburante per autotrazione”, mentre i “prodotti non alimentari” sono diminuiti dello 0,5%. Nell'UE28, il volume del commercio al dettaglio è aumentato dello 0,8% per i “carburanti per autotrazione” e dello 0,1% per “prodotti alimentari, bevande e tabacco”, mentre i “prodotti non alimentari sono diminuiti dello 0,3%”. Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, i maggiori aumenti del volume totale del commercio al dettaglio sono stati registrati in Irlanda (+2,9%), Lettonia (+1,5%) ed Estonia (+1,4%). Le diminuzioni maggiori sono state osservate in Portogallo (-1,7%), Austria (-1,0%), Belgio e Regno Unito (entrambi -0,8%). L’Italia, come detto, ha fatto registrare un -0,3%, la Germania un +0,1%, come la Francia.
Confronto annuale per settore e per Stato membro
Nell'area dell'euro a settembre 2018, rispetto a settembre 2017, il volume del commercio al dettaglio è aumentato dell'1,1% per i “carburanti per autotrazione”, dello 0,9% per “prodotti alimentari, bevande e tabacco” e dello 0,7% per “prodotti non alimentari”. Nell'UE28, il volume degli scambi al dettaglio è aumentato del 2,0% per i “prodotti non alimentari”, dell'1,9% per i “carburanti per autotrazione” e dell'1,0% per “prodotti alimentari, bevande e tabacco”. Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, i maggiori incrementi annuali sono stati registrati in Irlanda (+10,2%), Lituania (+7,9%) e Polonia (+6,5%). Le maggiori diminuzioni sono state osservate in Belgio (-2,2%), Spagna e Austria (entrambe -1,5%). La Germania ha fatto registrare un +0,3% e la Francia un +2,3%. Eurostat indica per l’Italia un -1,0%