E poi c’è ancora qualche commentatore illuminato che si chiede perché in Italia il mercato interno non riparte. Dopo il grido di allarme reiterato di Confcommercio e altre associazioni di categoria, che vivono la realtà più da vicino, è la volta dell’Istat. L’Istituto di statistica ha infatti comunicato che nel terzo trimestre 2018 il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. A fronte di un aumento del deflatore implicito dei consumi pari allo 0,3%, il potere d’acquisto è diminuito dello 0,2%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, calcolata come rapporto percentuale tra il risparmio lordo e il reddito disponibile lordo corretto per tener conto della variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve tecniche dei fondi pensione, nel terzo trimestre 2018 è stata pari all’8,3% (-0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente). Tale flessione deriva da una crescita della spesa per consumi finali più sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito disponibile lordo (+0,3% e +0,1% rispettivamente). Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici, calcolato come rapporto tra gli investimenti fissi lordi e il reddito disponibile lordo corretto, nel terzo trimestre del 2018 è stato pari al 6,0%, 0,1 punti percentuali più alto rispetto al trimestre precedente, a fronte di una crescita degli investimenti fissi lordi dell’1,2% e del già segnalato aumento dello 0,1% del reddito lordo disponibile.