IHS Markit PMI manifatturiero eurozona: a ottobre il valore più basso in 7 anni
IHS Markit PMI manifatturiero eurozona: a ottobre il valore più basso in 7 anni


Secondo gli ultimi dati PMI di IHS Markit di ottobre, il settore manifatturiero della eurozona ha continuato a contrarsi. Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’indice finale IHS Markit PMI, del Manifatturiero dell’Eurozona ha registrato ad ottobre 45.9. Nonostante in salita da 45.7 di settembre e della precedente stima flash, l’indice è rimasto ben al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0 indicando il secondo tasso di contrazione più forte durante gli ultimi sette anni. Per l’ennesima volta tutti e tre i sotto settori monitorati dall’indagine hanno mostrato un peggioramento delle condizioni operative rispetto al mese precedente. Il sottosettore dei beni di investimento e quello dei beni intermedi hanno entrambi registrato forti contrazioni rispetto a quello dei beni di consumo, dove la contrazione è rimasta marginale. La Germania, nonostante abbia riportato un leggero miglioramento nel relativo PMI, è rimasta la ragione principale della debolezza dell’eurozona. Anche l’Austria ha registrato l’ennesima forte contrazione delle condizioni operative, mentre la Spagna ha osservato il crollo del PMI manifatturiero al livello più basso in sei anni e mezzo. L’Italia ha inoltre registrato un valore al di sotto della soglia di 50.0, mentre Paesi Bassi, Irlanda e Francia hanno a malapena riportato espansioni. Anche se con la crescita più debole durante gli ultimi quattro mesi, ancora una volta la Grecia è stata la nazione a riportare la prestazione migliore. Il forte crollo del volume dei nuovi ordini è rimasto il fattore che ha negativamente influenzato le condizioni operative generali durante ottobre. Sebbene non con la stessa gravità del valore record in quasi sette anni di settembre, il crollo dei nuovi ordini è rimasto elevato ed ha esteso l’attuale periodo di contrazione a più di un anno. E’ stata evidente la debolezza della domanda nei mercati nazionali ed esteri. Ad ottobre le esportazioni, incluso il traffico intra eurozona, sono diminuite ad un tasso elevato e ancora una volta Austria e Germania hanno riportato le contrazioni maggiori. Le aziende manifatturiere della zona euro per compensare il deterioramento degli ordini ricevuti hanno ridotto a ottobre sia la produzione che l’attività di acquisto. Nonostante il tasso di contrazione sia rallentato rispetto a settembre, il ritmo di declino è rimasto storicamente elevato. Le aziende inoltre sono state in grado di smaltire notevolmente e per il quattordicesimo mese consecutivo il loro lavoro inevaso. Conseguentemente all’evidenza di capacità produttiva in eccesso, per il sesto mese consecutivo ad ottobre sono stati riportati tagli occupazionali. Oltretutto, il tasso di contrazione del livello del personale è stato il maggiore registrato dall’indagine da inizio 2013. Il livello del personale è diminuito al tasso più elevato in Germania, dove sono stati riportati i tagli più elevati in quasi dieci anni. Le aziende manifatturiere hanno cercato ancora una volta di ridurre i loro magazzini. Le giacenze degli acquisti sono state le più basse da marzo 2013, mentre quelle dei prodotti finiti si sono ridotte al livello maggiore in più di tre anni. Sul fronte dei prezzi, i costi medi di acquisto sono diminuiti ad ottobre al tasso maggiore da marzo 2016 e materie prime come rame, acciaio e plastica sono state tra quelle a riportare riduzioni in prezzo. Le imprese manifatturiere di conseguenza hanno ridotto i loro prezzi di vendita per il quarto mese consecutivo. Per concludere, le incertezze di natura economica e politica, come la Brexit e le politiche commerciali statunitensi, hanno continuato ad influenzare l’ottimismo di ottobre che sebbene abbia raggiunto il livello più alto in tre mesi è rimasto storicamente basso.



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Secondo Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, “Ad ottobre il settore manifatturiero dell’eurozona è rimasto bloccato nella contrazione maggiore in sette anni. Ciò significa che, durante il quarto trimestre, il settore è ancora una volta destinato a porre serie pressioni sul PIL. I dati dell’indagine sono in linea con un crollo trimestrale della produzione industriale superiore all’1%. Le preoccupazioni geopolitiche, che variano dalla Brexit alle politiche commerciali degli USA, continuano a creare incertezze, indebolendo ulteriormente la domanda sia nazionale che estera. L’obiettivo dei manifatturieri rimane il taglio dei costi, la riduzione delle giacenze e degli investimenti e inoltre abbassare il numero del personale ad un tasso più veloce. È particolarmente preoccupante il maggiore tasso di tagli occupazionali, fattore questo che aumenta il rischio del riversarsi della contrazione sul settore delle famiglie. Allo stesso tempo, a causa degli sconti offerti per via della debole domanda, i prezzi di produzione sono diminuiti ad un tasso di poco invariato rispetto al valore record in tre anni e mezzo di settembre. È probabile quindi che questo clima provochi una contrazione dell’inflazione nei mesi futuri. Considerate le recenti azioni di stimolo della BCE, è particolarmente deludente la gravità della contrazione insieme alle deboli tendenze del livello occupazione e dei prezzi, e sottolinea come Christine Lagarde stia prendendo le redini della presidenza della BCE in un momento piuttosto complesso per l’intera economia dell’eurozona”.

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Classifica PMI Manifatturiero per paese di ottobre
- Grecia: 53.5 (minimo su 4 mesi);
- Francia: 50.7 (flash 50.5 e massimo su 2 mesi);
- Irlanda: 50.7 (massimo su 6 mesi);
- Paesi Bassi: 50.3 (minimo su 76 mesi);
- Italia: 47.7 (minimo su 7 mesi);
- Spagna: 46.8 (minimo su 78 mesi);
- Austria: 45.5 (massimo su 2 mesi);
- Germania: 42.1 (flash 41.9 e massimo su 2 mesi).

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