IHS Markit PMI manifatturiero: a ottobre forte calo a 47.7
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Continua ad ottobre la contrazione del settore manifatturiero italiano, le aziende infatti hanno registrato il più veloce peggioramento delle condizioni operative da marzo. La produzione si è contratta per il quindicesimo mese consecutivo, con l’ultima diminuzione che è risultata la maggiore in nove mesi. Sul fronte dei prezzi, la pressione è diminuita al tasso più veloce da aprile 2016 ed è stata attribuita alla contrazione delle materie prime. Allo stesso tempo, l’ottimismo per quanto riguarda l’anno prossimo è diminuito al tasso più basso in dieci mesi. L’Indice PMI (Purchasing Managers Index) IHS Markit del settore manifatturiero italiano – che con una sola cifra dà un’immagine degli sviluppi delle condizioni generali del settore manifatturiero – ha raggiunto ad ottobre 47.7 e segnala la contrazione maggiore delle condizioni operative da marzo. Crollando da 47.8 di settembre, l’indice è stato al di sotto della soglia critica di non cambiamento di 50.0 per il tredicesimo mese consecutivo. Per l’ottavo mese consecutivo, il sotto settore dei beni di consumo è stato l’unico ad osservare un miglioramento delle condizioni operative, mentre quelli dei beni intermedi e di investimento hanno continuato riportare peggioramenti. Il fattore principale del crollo dell’indice PMI è stata la pronunciata contrazione della produzione, che diminuisce per il quindicesimo mese consecutivo e al tasso più veloce da gennaio. I dati raccolti hanno attribuito il declino della produzione alle più deboli condizioni della domanda sia nazionale che estera, così come al rallentamento dell’economia italiana. Contrariamente a quanto successo con la produzione, i dati PMI di ottobre hanno segnalato un declino più tenue della domanda da parte dei clienti e, nonostante sia diminuito per il quindicesimo mese consecutivo, il tasso di contrazione dei nuovi ordini è stato il più debole da luglio. Le esportazioni inoltre hanno riportato una diminuzione più leggera rispetto a settembre, e le aziende campione hanno riportato di aver osservato un indebolimento generale delle condizioni della domanda, specialmente tra i clienti del settore automobilistico. In linea con la contrazione della produzione e dei nuovi ordini, i manifatturieri italiani hanno continuato a diminuire ad ottobre la loro forza lavoro. Il tasso di contrazione occupazionale è stato elevato e il più veloce da giugno, in quanto le aziende hanno pensato di ridurre la loro capacità in linea con le minori esigenze di domanda. Le condizioni più deboli della domanda hanno permesso ai manifatturieri di tenere il passo con il loro carico di lavoro. Ad ottobre si registra infatti un’ulteriore contrazione del livello del lavoro inevaso. Le imprese manifatturiere italiane hanno ridotto a ottobre la loro attività di acquisto ad un tasso che è stato elevato e il maggiore da marzo. Detto ciò, la mancanza di pressione sulla catena di fornitura si ripercuote sui fornitori, e infatti per il secondo mese consecutivo si accorciano i loro tempi medi di consegna. Provocato dal prezzo più basso delle materie prime, in particolare acciaio, carbone e bitume, aumenta notevolmente e al tasso più veloce da aprile 2016 il carico dei costi. In contrasto, l’inflazione dei prezzi di vendita è aumentata al tasso più alto in sette mesi. Per concludere, anche se il livello è sceso al valore più basso in dieci mesi, rimangono positive ad ottobre le aspettative sulle previsioni future. Tale ottimismo è stato attribuito a previsioni di un maggiore numero di clienti e investimenti per nuovi macchinari.



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Secondo Amritpal Virdee, Economist di IHS Markit, “Ancora una volta ad ottobre il settore manifatturiero italiano ha riportato risultati deboli. Attestandosi a 47.7, il PMI è rimasto al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0 per il tredicesimo mese consecutivo e ha segnalato il peggioramento maggiore delle condizioni operative da marzo. Conseguentemente alle più deboli condizioni della domanda, sia nazionale che estera, la produzione si è contratta ad un tasso più veloce, mentre il livello occupazionale, l’attività di acquisto e il livello del lavoro inevaso hanno continuato a diminuire. Detto ciò, il fronte dei prezzi offre una tregua, con le pressioni sui costi diminuite al tasso maggiore da aprile 2016. In combinazione con il modesto aumento dei prezzi di vendita è possibile che in futuro le aziende manifatturiere siano capaci di stimolare gli ordini senza ridurre i loro margini di profitto. Con gli ultimi dati che stanno segnalando un ulteriore declino della produzione manifatturiera italiana, pare improbabile un'imminente fine della recente contrazione”.

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