IHS Markit PMI eurozona: a novembre manifatturiero più debole da agosto 2016
IHS Markit PMI eurozona: a novembre manifatturiero più debole da agosto 2016


L’Indice IHS Markit PMI del Settore Manifatturiero Eurozona ha segnalato l’allungarsi del rallentamento della crescita dell’economia manifatturiera dell’area della valuta unica. Sebbene rimasto al di sopra della soglia critica di non cambiamento di 50.0 per il sessantacinquesimo mese consecutivo, il PMI finale ha raggiunto a novembre il valore più basso da agosto 2016 di 51.8, in discesa da 52.0 di ottobre. L’indebolimento si è incentrato nel sotto settore dei beni di investimento. I produttori dei beni capitali hanno riportato un netto crollo di produzione e nuovi ordini. Anche il commercio estero è diminuito per il terzo mese consecutivo, mentre la pressione sui costi rimane elevata. Di contro, continua la forte crescita registrata tra i produttori dei beni di consumo. Le quattro maggiori economie dell’area euro hanno registrato a novembre il valore PMI manifatturiero più basso tra tutte le nazioni coperte dall’indagine. L’Italia in particolare, col PMI più basso in quasi quattro anni, ha riportato il secondo mese consecutivo di deterioramento delle condizioni operative del settore manifatturiero. La Francia ha osservato un rallentamento della crescita che si avvicina alla stagnazione, mentre la Germania ha testimoniato l’espansione più debole in più di due anni e mezzo. La Spagna ha di contro osservato un leggero miglioramento nella crescita, con più forti aumenti osservati anche in Austria, Grecia e Irlanda. I Paesi Bassi, nonostante col tasso di crescita in diminuzione al tasso più basso in oltre due anni, hanno continuato a registrare l’espansione maggiore. Dietro la debole espansione generale dell’economia manifatturiera si cela il secondo deterioramento su base mensile, anche se leggero, dei nuovi ordini. Inoltre, in linea con la recente tendenza, le esportazioni hanno registrato il secondo crollo mensile consecutivo, con nette contrazioni dei nuovi ordini osservate in Francia, Germania e Italia. A far vacillare la domanda sono state in parte le difficili condizioni del settore automobilistico che hanno inoltre avuto un impatto sulla produzione. La produzione generale dei beni manifatturieri ha continuato a riportare a novembre un aumento, detto ciò l’aumento riportato è stato leggero e al tasso più debole in quasi cinque anni e mezzo di crescita ininterrotta. Conseguentemente all’aumento della produzione e del crollo dei nuovi ordini, i manifatturieri sono stati in grado di smaltire il loro lavoro inevaso e costruire le giacenze dei prodotti finiti per il secondo mese consecutivo. Allo stesso tempo, sul fronte lavorativo, l’occupazione a novembre è risultata elevata. Detto ciò, la debole tendenza di base della produzione e dei nuovi ordini ha avuto il suo effetto sui livelli del personale, che infatti cresce al livello più debole da settembre 2016. Livelli occupazionali più alti sono stati registrati in tutte le nazioni eccetto la Francia, dove si è verificato un leggero declino, il primo osservato in più di due anni. Nonostante l’inflazione sia rallentata leggermente rispetto ad ottobre, continuano ad aumentare ad un tasso elevato i prezzi di acquisto. La pressione sui prezzi rimane particolarmente elevata in Germania e Austria, rispetto agli incrementi relativamente deboli osservati in Italia, Spagna e Grecia. L’inflazione dei costi di vendita dell’intera regione è rimasta al di sopra della media ma ha registrato il valore più lento in 15 mesi. Per concludere, gli ultimi dati hanno mostrato un livello di ottimismo circa l’attività futura di poco variato rispetto al livello più basso in quasi sei anni di ottobre. Le preoccupazioni e i dubbi sul commercio e performance futura del settore automobilistico in aggiunta a quelli di natura politica hanno ridotto a novembre il livello di ottimismo. I manifatturieri tedeschi sono rimasti particolarmente pessimisti.



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Secondo Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, “Il PMI di novembre sottolinea il livello di difficoltà che le condizioni manifatturiere stanno attraversando, mostrando inoltre come, durante il quarto trimestre, la produzione potrebbe agire da freno per l’intera economia dell’eurozona. I manifatturieri hanno riportato come la domanda stia diminuendo in Germania, Francia e Italia mentre una modesta crescita è stata registrata in Spagna. La cupa previsione è collegata alle guerre commerciali e alle tariffe, così come all’intensificarsi dell’incertezza politica che a loro volta hanno provocato un’avversione al rischio e dei tagli alle spese, specialmente per gli investimenti. I produttori di beni di investimento, come per esempio quelli di impianti e macchinari, hanno riportato a novembre il crollo maggiore di domanda, con la relativa spesa in conto capitale aggravata dall’attuale difficoltà che il settore automobilistico sta passando. Le speranze che la debolezza attuale forse avrà una vita breve sono contrastate dall’ottimismo delle imprese per quanto riguarda l’anno prossimo, rimasto tra i più negativi osservati dalla crisi del debito sovrano del 2012. Ciò suggerisce come le imprese del settore si stanno preparando per un ulteriore indebolimento della domanda durante i prossimi mesi. L’indagine inoltre mostra come le previsioni future potrebbero incupirsi ancora di più se le imprese manifatturiere continuano a ridurre le loro assunzioni il che avrebbe un impatto sulla propensione allo spendere delle famiglie”.

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Classifica PMI Manifatturiero per Paese di novembre:
- Paesi Bassi: 56.1 (minimo su 25 mesi);
- Austria: 54.9 (massimo su 2 mesi);
- Irlanda: 55.4 (massimo su 2 mesi);
- Grecia: 54.0 (massimo su 6 mesi):
- Spagna: 52.6 (massimo su 3 mesi);
- Germania: 51.8 (flash 51.6 e minimo su 31 mesi);
- Francia: 50.8 (flash 50.7 e minimo su 26 mesi);
- Italia: 48.6 (minimo su 47 mesi).

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