Markit PMI eurozona: a luglio rallenta la crescita economica
Markit PMI eurozona: a luglio rallenta la crescita economica


Il tasso di espansione dell’economia dell’eurozona di luglio è rallentato, perdendo gran parte dello slancio guadagnato nel mese precedente. A 54.3, l’Indice IHS Markit PMI della Produzione Composita nell’Eurozona finale è sceso rispetto a 54.9 di giugno ed è rimasto invariato rispetto alla precedente stima flash. Il rallentamento si è principalmente registrato nel settore terziario, dove la crescita è diminuita rispetto al record in quattro mesi di giugno. La produzione manifatturiera è aumentata ad un ritmo leggermente più rapido indicando un andamento nel complesso simile all’attività terziaria. I dati PMI nazionali hanno indicato un’espansione generale della produzione economica, con crescite registrate in tutte le nazioni monitorate dall’indagine. Il tasso di incremento tedesco è salito al record in quattro mesi, mentre si è avuta una contrazione in Francia (valori minimi in due mesi), in Italia (minimo in due mesi), in Spagna (minimi in 56 mesi) e in Irlanda (minimi in quattro mesi). Il fattore principale sottostante il rallentamento della crescita della produzione è stato l’indebolimenento del flusso delle commesse ricevute, il secondo più lento in più di un anno e mezzo. Solo la Germania ha indicato un tasso di crescita maggiore. Insieme alla più debole crescita dei nuovi ordini, anche il ridotto ottimismo sulle prestazioni future ha contribuito ad un quadro generale contenuto. Anche se le aziende hanno generalmente continuato a prevedere una ripresa dell’attività economica da qui ad un anno, il livello complessivo di fiducia è sceso ai valori minimi in 20 mesi. In Germania e Francia, la fiducia è leggermente aumentata, diminuendo però in Italia, Spagna e Irlanda. I livelli occupazionali di luglio sono di nuovo aumentati, ad un tasso che ha mantenuto valori sostenuti, ma più lenti di giugno. Sia nel manifatturiero che nel terziario si sono avuti incrementi: Germania, Francia, Spagna e Irlanda hanno tutte indicato un forte rialzo mentre l’Italia, sebbene abbia indicato valori leggermente maggiori di giugno, ha comunque mantenuto un ritmo attenuato di assunzioni rispetto agli altri paesi monitorati. A luglio si è registrato un modesto rallentamento della pressione sui prezzi. Detto ciò, il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita è rimasto elevato e superiore alle rispettive medie di lungo termine. L’aumento dei costi è stato collegato all’aumento del carburante e degli altri prodotti correlati al petrolio, e alcune aziende lo hanno passato ai clienti.



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Secondo Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, “I dati finali del PMI confermano che l’economia dell’eurozona ha iniziato il terzo trimestre ad passo più lento. A luglio, i tassi di espansione della produzione e dei nuovi ordini sembra abbiano perduto lo slancio recuperato il mese precedente, restituendoci la condizione di crescita altalenante cui abbiamo assistito finora, per gran parte dell’anno. Se l’indice principale mantenesse il valore attuale, la crescita trimestrale del PIL dell’intero terzo trimestre potrebbe indicare un valore di espansione quasi simile a quello, più debole del previsto, ufficializzato da Eurostat per il secondo trimestre dello 0.3%. Le previsioni sembrano mostrarci chiaramente due prospettive. L’attuale ritmo contenuto di una ripresa sostenibile oppure i prossimi mesi caratterizzati da ostacoli alla crescita. In questo senso, i rischi al ribasso prevalgono, visto che l’espansione più debole di nuovi ordini di luglio si è unita al simultaneo e consecutivo crollo dell’ottimismo, che ha toccato il valore minimo in 20 mesi. Entrambi i parametri riflettono l’incertezza circa le condizioni globali, viste le attuali discussioni in merito alle guerre commerciali e alle potenziali ripercussioni sull’economia generale ma soprattutto sul settore manifatturiero. A breve termine, la domanda interna dovrebbe migliorare e quindi controbilanciare tali effetti, ma per continuare a rafforzarsi è necessaria una crescita maggiore. A tale scopo, se sostenibile, potrebbe aiutare anche l’incremento più rapido avutosi in Germania, specialmente se contribuisse a capovolgere la debole espansione di luglio dei partner commerciali all’interno dell’area dell’euro come Francia, Italia e Spagna. Considerando tuttavia i segni di un rallentamento sempre più evidente e l’incertezza delle attuali prospettive future, è possibile che al momento la BCE mantenga un approccio di natura politico più prudente”.

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Classifica per Paese della crescita della produzione di luglio:
Irlanda: 56.8 (minimo in 4 mesi);
Germania: 55.0 (flash 55.2 e massimo in 4 mesi);
Francia: 54.4 (flash 54.5 e minimo in 2 mesi);
Italia: 53.0 (minimo in 2 mesi);
Spagna: 52.7 (minimo in 56 mesi).

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