Markit PMI manifatturiero: a novembre peggiorano ancora le condizioni operative
Markit PMI manifatturiero: a novembre peggiorano ancora le condizioni operative


Per il quattordicesimo mese consecutivo peggiorano a novembre, al tasso più veloce da marzo, le condizioni operative del settore manifatturiero italiano. Sono state registrate forti contrazioni della produzione e dei nuovi ordini, mentre le vendite verso l’estero si sono contratte al tasso più veloce in quasi otto anni. Allo stesso tempo, conseguentemente alle preoccupazioni per la debolezza della domanda internazionale, diminuisce l’ottimismo al tasso più basso da dicembre 2012. L’Indice PMI (Purchasing Managers Index) IHS Markit del settore manifatturiero italiano – che con una sola cifra dà un’immagine degli sviluppi delle condizioni generali del settore manifatturiero – ha raggiunto a novembre 47.6 e segnala la maggiore contrazione delle condizioni operative da marzo. Inoltre, l’indagine di novembre ha segnato il quattordicesimo mese consecutivo di peggioramento della salute del settore manifatturiero italiano. A livello sottosettoriale, nessuna delle tre categorie manifatturiere ha osservato un miglioramento delle condizioni operative durante novembre. I produttori dei beni intermedi e di investimento hanno registrato una forte contrazione, mentre quelli dei beni di consumo hanno osservato una situazione invariata rispetto ad ottobre. A causare il peggioramento dell’indice PMI è stata principalmente la notevole contrazione al tasso più veloce rispetto ad ottobre dei nuovi ordini totali. I dati raccolti hanno attribuito tale declino alla debolezza dell’economia italiana così come alla minore domanda da parte dei clienti appartenenti al settore automobilistico e dei metalli. Per quanto riguarda le esportazioni, lo scenario è ancora meno positivo, con gli ordini destinati al mercato estero in contrazione al tasso più veloce da dicembre 2011. Le aziende manifatturiere italiane hanno osservato a novembre un generale indebolimento delle vendite destinati al mercato estero, citando in particolare condizioni più deboli nell’Europa dell’Est e nel Medio Oriente. Conseguentemente alla contrazione dei nuovi ordini, i dati di novembre hanno riportato il sedicesimo mese consecutivo di contrazione della produzione. Detto ciò, il tasso di declino è stato leggermente più basso rispetto ad ottobre. In linea con la riduzione della produzione e dei nuovi ordini, le aziende manifatturiere italiane hanno ridotto a novembre, per la sesta volta in altrettanti mesi, il loro personale ma ad un tasso marginale. Le aziende manifatturiere hanno attribuito il declino occupazionale al minore livello della domanda e allo stesso tempo hanno riportato il ventesimo mese consecutivo di diminuzione del lavoro inevaso. Anche l’attività di acquisto a novembre è risultata in contrazione, anche se al tasso più debole da maggio, e la minore pressione sulla catena di fornitura ha contribuito al terzo mese consecutivo di miglioramento dei tempi medi di consegna dei fornitori. Allo stesso tempo, gli ultimi dati relativi ai prezzi, a causa del prezzo più basso delle materie prime, hanno mostrato costi più bassi. Anche i prezzi di vendita sono in diminuzione, malgrado il tasso riportato è stato modesto ed è stato attribuito dalle aziende manifatturiere al tentativo di rimanere più competitivi. Per concludere, conseguentemente alle preoccupazioni per la domanda internazionale più debole, rimane al livello più basso da dicembre 2012 l’ottimismo per la produzione per il prossimo anno. Detto ciò, il livello di ottimismo generale è rimasto positivo, ed è stato collegato alla speranza di una ripresa dell’economia italiana e a nuove iniziative aziendali.



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Secondo Amritpal Virdee, Economist di IHS Markit: “Gli ultimi dati dell’indagine manifatturiera italiana hanno continuato a deludere, con il PMI di novembre che ha mostrato un inasprimento della contrazione. Il tasso di contrazione dei nuovi ordini esteri, diminuito al tasso più elevato in quasi otto anni, ha destato la preoccupazione maggiore, e ha continuato ad influenzare i tagli della produzione, dei livelli occupazionali e dell’attività di acquisto. Inoltre, il consolidamento della contrazione della domanda ha iniziato aa pesare di più sulla fiducia delle aziende che sinora erano state in grado di adattarsi a tali variazioni. L’ottimismo delle aziende manifatturiere si attesta quindi al terzo valore più basso da quando è iniziata la raccolta dei dati nel luglio del 2012. La debolezza osservata da parecchio tempo tra i settori dei beni di investimento e intermedi mostra adesso segnali di allargamento verso quello dei beni di consumo, dove le aziende hanno osservato adesso una situazione invariata rispetto ad ottobre riguardo alle condizioni operative”.

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